mercoledì 21 giugno 2017

Battuta al coltello piemontese – Salada ‘d carn crùa

Per ottenere una deliziosa tartare di carne occorre innanzitutto dell’ottima carne di Fassone femmina piemontese,  rigorosamente tagliata (battuta) al coltello in modo che i succhi della carne non vengano dispersi come avviene con al macinatura e la carne risulti corposa al palato.
Sono mucche altamente selezionate negli anni che hanno dato vita a una Razza Piemontese a duplice attitudine: latte, con produzione di formaggi tipici e carne di altissima qualità
Il Fassone Piemontese fa parte della Razza Piemontese, la più importante razza autoctona italiana: i capi, tutti rigorosamente nati ed allevati in Italia danno una carne di altissima qualità, tenera e magra
La caratteristica di questi bovini è il notevole sviluppo muscolare, soprattutto della parte posteriore detta ”della coscia” da cui si ottengono i tagli più pregiati.
Il tutto comincia con una mutazione naturale avvenuta su di un bovino di Razza Piemontese a Guarene d’Alba nel 1886. In Borgata Bassi, Frazione Forcellini si ebbe la prima segnalazione di vitelli con un eccezionale sviluppo muscolare, specialmente nella coscia, che sta alla base del carattere “doppia groppa“, cioè dell’ipertrofia muscolare del Fassone Piemontese. Inizialmente i vitelloni piemontesi della coscia erano guardati con sospetto e addirittura il Ministero dell’Agricoltura ordinò la castrazione dei torelli della coscia. Tuttavia, grazie alla saggezza contadina, gli allevatori coltivarono questo carattere e, a poco a poco, mutò anche l’opinione negativa dei tecnici, il resto è attualità.
Il fenomeno “della coscia” o della “doppia groppa” rappresenta uno dei tratti somatici distintivi della Razza Fassone Piemontese. Si tratta di un’ipertrofia – o iperplasia – dei muscoli della coscia, dovuta alla naturale mutazione genetica di uno specifico gene, quello della miostatina.  La miostatina è una proteina che regola lo sviluppo muscolare. La mutazione avvenuta fa si che ne venga prodotta meno del dovuto, così i muscoli, meno inibiti nello sviluppo della miostatina, sono liberi di crescere, diventando ipertrofici.
Prima il lavoro nei campi, poi la mungitura del latte anche per produrre formaggi tipici, infine solo più carne di altissima qualità: in sintesi questa è stata l’evoluzione della Razza Piemontese negli ultimi 150 anni.
Oggi il “Fassone” della Razza Piemontese (dal francese façon che significa “modo”) produce una carne di altissimo livello: tenera, magra e con pochi grassi ma di ottima qualità nutrizionale . Una regola generale afferma che più la carne è grassa, più è tenera, ma questo non vale per la carne Fassone Piemontese: tagli contenenti meno del 3% di grasso si sono dimostrati assai più teneri degli stessi provenienti da altre razze e contenenti oltre il 7% di grasso (test Warner-Bratzler).


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Ingredienti per 4 persone:

400 gr di coscia di Fassone femmina
Olio extravergine q.b.
Sale e pepe q.b.


Procedimento

Tagliate la carne a  piccoli pezzi poi battetela per renderli più omogenei.
Condite con sale, e olio extravergine.
Prelevate un po’ di carne e aiutandovi con un coppa pasta dategli una forma rotonda, spolverizzate con un po’ di pepe e servite.

Questa ricetta vale solo per la carne di Fassone, la cui bontà è tale per cui va servita “in purezza”  o, al massimo condita con un olio al tartufo o lamelle di tartufo.
Tutto il resto, salse, limone,ecc. sono non solo superflui ma deleteri. Lasciamoli per le carni meno pregiate.


lunedì 19 giugno 2017

Salsa di menta - Sàussa 'd menta

Pancalieri, ridente cittadina della Provincia di Torino, è soprannominato il paese della menta in quanto nel suo territorio si produce quasi il 50% di tutte le piante officinali in Italia, tra le quali spicca la menta piperita. I raccolti di questa pianta vengono portati a distillare  nei lambicc  ("alambicchi"), ovvero attrezzature per distillare da cui si ricava   un pregiatissimo olio essenziale riconosciuto come il migliore al mondo per finezza del profumo e gradevolezza del gusto.Per queste sue caratteristiche fa  parte del Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di Torino.Questa freschissima salsa è ideale da consumare con le carni soprattutto d’agnello.


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Ingredienti

120 gr di foglie di menta di Pancalieri
100 cl d’ aceto bianco di vino
100 cl di acqua
2 cucchiai di zucchero
Sale fino un pizzico

Procedimento

lunedì 12 giugno 2017

Insalata Langarola - Salada Langarola

Questa deliziosa  insalata,in tutte e due le sue versioni (estiva e invernale), è detta “langarola” per la presenza della robiola.
La robiola di Roccaverano  DOP nasce dalla tradizione casearia della Langa Astigiana, può essere prodotta, stagionata e confezionata nei comuni indicati sul  Disciplinare di Produzione, appartenenti al territorio amministrativo delle province di Asti e Alessandria.
Ottimo formaggio da tavola dal gusto delicato e saporito è prodotto con latte crudo intero di capra, misto o in purezza.
Le lattifere vivono allo stato brado cibandosi di erbe e sterpaglie delle colline piemontesi. Pertanto le differenze tra una Robiola e l’altra sono rilevanti: i fiori, le erbe e la flora batterica dei pascoli si trasferiscono nel formaggio. E’ Presidio Slow Food in quanto “..nel 1990 rimanevano soltanto 200 capi di capre di Roccaverano, ma ora proprio il rilancio del formaggio fatto con il loro latte ha dato l’avvio a importanti iniziative per la loro salvaguardia”.
Nel 1899 il sacerdote Pistone scrisse i primi documenti storici di questo formaggio nelle cronache della parrocchia di Roccaverano, in relazione al periodo compreso tra il 960 e il 1860. La Robiola era commercializzata in particolare per essere esportata in Francia.




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Ingredienti per 4 persone:
1 petto di pollo
1 robiola di Roccaverano DOP
2 coste di sedano
Alcuni gherigli di noce
100 gr  d’insalatina mista
Qualche pomodorino
1 limone (succo)
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lessate il petto di pollo , fatelo raffreddare e riducetelo a dadini, mettetelo in una terrina e bagnatelo con il succo del limone.
Lavate e sgrondate l’insalata, tagliate a rondelle il sedano e a spicchi i pomodori.
Spezzettate finemente le noci.
Tagliate a dadini la robiola.

lunedì 5 giugno 2017

Pesche ripiene – Persi pien

E’ un dolce tipico piemontese, consumato prevalentemente tra le Langhe e il Monferrato, dove si coltivano una qualità particolare di pesche gialle dette “di vigna”. Come sempre ne esistono diverse versioni, alcune con un cucchiaio di rum, altre con il cioccolato fondente o il cacao.
E’ difficile stabilirne l’origine certa anche perché gli amaretti utilizzati sono quelli classici diffusi in tutta Italia dal XIII secolo, ma non esiste negli antichi testi di cucina traccia di “pesche ripiene” prima dell’800, né in Piemonte né nel resto d’Italia.




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Ingredienti per 4 persone:

5 pesche gialle non troppo mature
1 etto di amaretti
4 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di cacao
1 tuorlo
30 gr di burro

Procedimento
Lavate bene le pesche, tagliatele a metà  quattro e togliete il nocciolo. Togliete  un po’  di polpa per allargare l’incavo lasciato dal nocciolo, ponete la polpa estratta in una ciotola e schiacciatela con una forchetta insieme alla pesca rimasta.