"Cattura più amici la mensa che la mente “, è una frase famosa che il conte di Cavour amava ripetere e, pare, che nei
bagagli dei suoi diplomatici, ci fosse sempre una bottiglia del Barolo che lui
stesso, sotto l’attenta guida dell’enologo francese Louis Oudart, usava come
“arma segreta” per vincere le trattative più ostiche. Quanto l’ultimo aneddoto,
raccontato dalle cronache dell’epoca, sia effettivamente vero, ahimè, è
difficile dirlo: sicuramente, però, Camillo Benso conte di Cavour fu un uomo
appassionato del buon vino e della buona cucina. “Nostro figlio è un ben curioso
tipo. Anzitutto ha così onorato la mensa: grossa scodella di zuppa, due belle
cotolette, un piatto di lesso, un beccaccino, riso, patate, fagiolini, uva e
caffè. Non c’è stato modo di fargli mangiar altro! Dopodiché mi ha recitato
parecchi canti di Dante, le canzoni del Petrarca… e tutto questo passeggiando a
grandi passi in vestaglia con le mani affondate nelle tasche“,
scrisse il padre, il marchese Michele Benso di Cavour, in una lettera alla
moglie.
Una passione, quella gastronomica, che
lo accompagnerà per tutta la vita. Proprio dal suo interesse per la cucina
contadina, e per la precisione della cucina contadina della sua regione, il
Piemonte, discende l’inconfondibile impronta delle ricette “alla Cavour”, e
sappiamo che lo stesso conte contribuì in Parlamento con specifiche leggi a
favore della risicoltura e della viticoltura. Per comprendere l’influenza di
questa personalità italiana sulle vicende gastronomiche della nostra regione
basti pensare che, all’interno de “Il Gastronomo moderno” di Borgarello, edito
nel 1904, sono riportati diversi piatti così chiamati “alla Cavour”: tra
questi, un potage, una crema di riso al brodo
con tuorlo, una tête de veau, un cappone, un gelato
al limone, ed un pudding di riso.
Questa ricetta che oggi vi propongo è
una di quelle particolarmente amate dal conte e che, per questo motivo, porta
il suo nome.
Fonte: Piemonte Top News
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Ingredienti
per 4 persone:
1 cavolfiore bianco non troppo grande
2 uova sode
2 acciughe sott'olio
80 g di burro
60 g di Parmigiano Reggiano
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 limone (succo)
Sale q.b.
Procedimento
Pulite il cavolfiore eliminando le
foglie e la base del torsolo, suddividete le cimette e lessatele in acqua
salata per circa dieci minuti, dovranno risultare tenere ma non stracotte.
Scolatele bene e ripassatele in padella
con quaranta grammi di burro.
Nel frattempo, rassodate le uova
mettendole nell’acqua fredda e calcolando il tempo di cottura in dieci minuti
dall’ebollizione.
Trascorso il tempo scolate le uova e
passatele sotto l’acqua fredda per qualche minuto, servirà a facilitarne lo
sgusciamento.
Accendete il forno e portate la
temperatura a 180°C.
Imburrate una pirofila e deponeteci le
cimette, cospargetele con il Parmigiano e infornate (forno già a temperatura) e
fate cuocere per dieci minuti.
Sgusciate le uova e tritatele e
raccoglietele in una ciotola insieme al prezzemolo e alle acciughe sminuzzate.
In un pentolino fate fondere il
rimanente burro, aggiungete un cucchiaio di succo di limone e versatelo nella
ciotola con le uova, amalgamate bene.
Sfornate le cimette e versate sopra la
salsina alle uova, servite subito.